L’AGCOM ha pubblicato i risultati dell’Osservatorio sulla pubblicità, dal quale emergono dati interessanti sullo stato della comunicazione pubblicitaria in Italia.
L’AGCOM — Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni — ha da poco pubblicato i risultati della prima edizione dell’Osservatorio sulla pubblicità. L’obiettivo di questo studio è offrire un quadro esaustivo della comunicazione pubblicitaria in Italia, analizzandone le tendenze e le trasformazioni secondo la distinzione in pubblicità “above the line” (televisione, periodici, cinema, radio, annuari, internet, quotidiani e affissioni) e pubblicità “below the line” (direct marketing, sponsorizzazioni, web marketing, eventi, promozioni e PR).
Il sondaggio, condotto tra il 1 febbraio e il 2 marzo 2012, ha coinvolto circa 1.516 aziende e diverse figure professionali: responsabili delle decisioni di investimento in comunicazione, responsabili marketing o acquisti, direttori finanziari, amministratori delegati e titolari/proprietari. I dati ottenuti si riferiscono al biennio 2010-2011.
I risultati dell’Osservatorio mostrano una fase di relativa crescita del settore fino al 2008, seguita da una contrazione le cui cause principali sono la digitalizzazione dell’economia e il conseguente sviluppo di Internet, la crisi della componente tradizionale della pubblicità, in particolare di quella editoriale, e la difficile situazione economica del nostro Paese.
Alla comunicazione sul Web l’Autorità ha dedicato un approfondimento specifico (sezione 3). Secondo l’Osservatorio, dal 2005 la pubblicità sui mezzi classici si è ridotta a favore di quella online, cresciuta di oltre il 1000%, e gli investimenti in web marketing superano i 3 miliardi di euro.
Pubblicità above the line
Nel 2011 il fatturato è stato di 9.7 miliardi di euro. Dopo un periodo di crescita, a partire dal 2009 si è verificata una contrazione, non ancora recuperata. La televisione ha avuto un’evoluzione abbastanza stabile nel tempo; la radio ha ceduto drasticamente nel 2011, in concomitanza con la chiusura delle società Audiradio.
Il comparto editoriale è quello più sofferente, con una crisi strutturale aggravata dalla situazione economico-finanziaria del Paese. La pubblicità online, invece, gode di ottima salute: Internet è il secondo mezzo pubblicitario in Italia dopo la televisione. Il cinema, dopo un periodo di declino nel 2010, ha visto un aumento del fatturato e dei ricavi pubblicitari.
Pubblicità below the line
Le promozioni sono la forma di comunicazione preferita dalle imprese (oltre il 30% delle attività di merketing). Si investe molto anche in organizzazione di eventi, in particolare fiere (25%) e sponsorizzazioni (10%), ma nel biennio 2010-2011 queste due attività hanno subito delle perdite rispettivamente di 0,1% e del 12%.
Il direct marketing, che nel 2011 rappresentava il 18% degli investimenti, rispetto all’anno precedente ha visto una flessione del 5%, probabilmente a causa del crescente interesse per attività di promozione più innovative. Gli investimenti in web marketing, infatti, sono aumentati del 47%.
Comunicazione pubblicitaria online
Nel 2011, le imprese hanno investito circa 3 miliardi in comunicazione online tra above the line (pubblicità online 52,1%) e below the line (web marketing 47,9%). Ma quante sono le aziende che investono nel Web? Il 22%, una quota superiore a quelle che investono nella televisione (3,5%) e nella radio (5,1%).
Ci sono diversi tipi di pubblicità online: display, video advertising, search, classified directory, mobile e altre tipologie. La pubblicità di tipo search è quella più richiesta (49%), a seguire c’è la display advertising (31%), la pubblicità classified directory (compresa all’interno della voce “altro”) e i social network (17%). La pubblicità video è utilizzata solo dall’11% degli inserzionisti online, quella mobile dal 12%.
> Report completo Osservatorio sulla pubblicità
La comunicazione pubblicitaria in Italia nel rapporto AGCOM
L’AGCOM ha pubblicato i risultati dell’Osservatorio sulla pubblicità, dal quale emergono dati interessanti sullo stato della comunicazione pubblicitaria in Italia.
L’AGCOM – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - ha da poco pubblicato i risultati della prima edizione dell’Osservatorio sulla pubblicità. L’obiettivo di questo studio è offrire un quadro esaustivo della comunicazione pubblicitaria in Italia, analizzandone le tendenze e le trasformazioni e distinguendola in pubblicità “above the line” (televisione, periodici, cinema, radio, annuari, internet, quotidiani e affissioni) e pubblicità “below the line” (direct marketing, sponsorizzazioni, web marketing, eventi, promozioni e PR).
Il sondaggio, condotto tra il 1 febbraio e il 2 marzo 2012, ha coinvolto circa 1.516 aziende e diverse figure professionali: responsabili delle decisioni di investimento in comunicazione, responsabili marketing o acquisti, direttori finanziari, amministratori delegati e titolari/proprietari. I dati ottenuti si riferiscono al biennio 2010-2011.
I risultati dell’Osservatorio mostrano una fase di relativa crescita del settore fino al 2008, seguita da una contrazione. Tre le cause principali: la digitalizzazione dell’economia e il conseguente sviluppo di Internet, la crisi della componente tradizionale della pubblicità, in particolare di quella editoriale, e la difficile situazione economica del nostro Paese.
Alla comunicazione sul Web l’Autorità ha dedicato un approfondimento specifico (sezione 3). Secondo l’Osservatorio, dal 2005 la pubblicità sui mezzi classici si è ridotta a favore di quella online, cresciuta di oltre il 1000%, e gli investimenti in web marketing superano i 3 miliardi di euro.
Pubblicità above the line
Nel 2011 il fatturato è stato di 9.7 miliardi di euro. Dopo un periodo di crescita, a partire dal 2009 c’è stata una contrazione, non ancora recuperata. La televisione ha avuto un’evoluzione abbastanza stabile nel tempo; la radio ha ceduto drasticamente nel 2011 in concomitanza con la chiusura delle società Audiradio.
Il comparto editoriale è quello più sofferente, con una crisi strutturale aggravata dalla situazione economico-finanziaria del Paese. La pubblicità online, invece, gode di ottima salute: Internet è il secondo mezzo pubblicitario in Italia dopo la televisione. Il cinema, dopo un periodo di declino nel 2010, ha visto un aumento del fatturato e dei ricavi pubblicitari.
Pubblicità below the line
Le promozioni sono la forma di comunicazione preferita dalle imprese (oltre il 30% delle attività di merketing). Si investe molto anche in organizzazione di eventi, in particolare fiere ( 25%) e sponsorizzazioni (10%). Tuttavia nel biennio 2010-2011 queste due attività hanno subito delle perdite rispettivamente di 0,1% e del 12%.
Il direct marketing, che nel 2011 rappresentava il 18% degli investimenti, rispetto all’anno precedente ha visto una flessione del 5%, probabilmente a causa del crescente interesse per attività di promozione più innovative. Gli investimenti in web marketing, infatti, sono aumentati del 47%.
Comunicazione pubblicitaria online
Nel 2011, le imprese hanno investito circa 3 miliardi in comunicazione online tra above the line (pubblicità online 52,1%) e below the line (web marketing 47,9%). Ma quante sono le aziende che investono nel Web? Considerando il totale di quelle coinvolte nell’indagine, il 22%, una quota superiore a quelle che investono nella televisione (3,5%) e nella radio (5,1%).
Ci sono diversi tipi di pubblicità online: display, video advertising, search, classified directory, mobile e altre tipologie. La pubblicità di tipo search è quella più richiesta (49%), a seguire c’è il display advertising (31%), la pubblicità classified directory (compresa all’interno della voce “altro”) e i social network (17%). La pubblicità video è utilizzata solo dall’11% degli inserzionisti online, quella mobile dal 12%.
http://www.agcom.it/default.aspx?DocID=10486